Incidenza e predittori di insufficienza cardiaca congestizia dopo trapianto autologo di cellule ematopoietiche


I progressi nel trapianto autologo di cellule emopoietiche hanno prodotto un crescente numero di sopravvissuti a lungo termine. Tuttavia, questi soggetti sono ad aumentato rischio di sviluppare complicanze cardiovascolari a causa delle esposizioni terapeutiche e del condizionamento pre-trapianto e delle comorbidità post-trapianto.

È stata esaminata l'incidenza e i predittori di insufficienza cardiaca congestizia in 1.244 pazienti sottoposti a trapianto autologo di cellule emopoietiche per una neoplasia ematologica tra il 1988 e il 2002.

L'incidenza cumulativa di scompenso cardiaco congestizio è stata del 4.8% a 5 anni ed è aumentata al 9.1% 15 anni dopo il trapianto; l'incidenza cumulativa per le sopravvissute a linfoma femminile era del 14.5% a 15 anni.

La coorte ha avuto un rischio 4.5 volte maggiore di insufficienza cardiaca congestizia ( tasso di incidenza standardizzato, SIR=4.5 ) rispetto alla popolazione generale.

Il rischio di insufficienza cardiaca congestizia è aumentato sostanzialmente per i pazienti trattati con 250 mg/m2 o più di esposizione cumulativa alle antracicline ( odds ratio, OR=9.9, P inferiore a 0.01 ), creando una nuova e più bassa soglia per la sorveglianza cardiaca dopo trapianto autologo di cellule ematopoietiche.

La presenza di ipertensione nei soggetti che hanno ricevuto alte dosi di antraciclina ( maggiore o uguale a 250 mg/m2 ) ha determinato un rischio superiore di 35 volte ( OR=35.3, P inferiore a 0.01 ) di insufficienza cardiaca congestizia; il rischio era quasi di 27 volte superiore ( OR=26.8, P inferiore a 0.01 ) per i destinatari di antracicline ad alte dosi con il diabete mellito, fornendo la prova che l'ipertensione e il diabete possono essere modificatori critici di danno miocardico correlato alle antracicline dopo trapianto autologo di cellule emopoietiche, creando popolazioni bersaglio per un intervento aggressivo. ( Xagena2011 )

Armenian SH et al, Blood 2011; 118: 6023-6029


Emo2011 Cardio2011



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